Cresce il numero dei non bancabili, urge la riabilitazione creditizia

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Quasi 20 milioni di italiani sono considerati cattivi pagatori. E con l’inflazione sempre più alta è inevitabile che il loro numero sia destinato ad aumentare, affollando ancor più la pletora dei non bancabili. Anche persone facoltose finiscono nelle blacklist degli istituti di credito e delle finanziarie, basta un niente, come il pagamento in ritardo di una rata per l’elettrodomestico. Le blacklist altro non sono che la Centrale Rischi della Banca d’Italia e le banche dati appartenenti ai Sistemi di informazione creditizie (Sic), vale a dire quelle banche dati private che hanno il compito di raccogliere informazioni sul percorso creditizio e finanziario di un soggetto nel corso della sua vita. Tra i Sic più noti figurano Crif, Cerved, Ctc ed Experian. Il loro fine principale è quello di fornire una approfondita base di valutazione sull’affidabilità creditizia di chi richiede un finanziamento. A partire da gennaio 2021 è inoltre più facile essere segnalato come cattivo pagatore alla Centrale Rischi perché le banche italiane si sono dovute adeguare al regolamento Eba che ha cambiato i termini per essere definito in questa maniera. Infatti la soglia dell’arretrato per un’obbligazione rilevante è stata portata a 100 euro per il privato, a 500 euro per le imprese e all’1% sull’esposizione complessiva. Date queste condizioni sempre più stringenti, oltretutto in un periodo di alta inflazione, è accettabile l’idea che il cattivo pagatore possa ritenersi condannato a una sorta di ergastolo finanziario, o potrà in qualche modo affrancarsi da questa condizione e riabilitare il suo nome? Proprio questa riflessione ha mosso Confindustria, e in particolare il Centro Studi di Anima, a realizzare un approfondito studio di settore attraverso una ricerca che si è avvalsa, nelle sue elaborazioni, dell’ausilio di autorevoli personalità professionali e del mondo accademico, come Francesco Lenoci, docente dell’Università Cattolica di Milano, e Giuseppe Attanasi, professore alla Sapienza e alla Bocconi. Per l’aspetto tecnico-giuridico, la ricerca ha avuto il supporto di un’azienda leader nel settore della riabilitazione creditizia: Crc Milano, fondata e guidata da Rino Nimis, da anni è impegnata su tutto il territorio nazionale nel liberare i suoi clienti dal «giogo finanziario» che soffoca tantissimi imprenditori e lavoratori riconsegnandoli a una nuova credibilità finanziaria. Da questa sinergia è nata dunque la pubblicazione, «Le segnalazioni nelle Banche Dati e il blocco all’accesso al credito». Come viene sottolineato nell’introduzione al saggio, la crisi iniziata con la pandemia e che ora prosegue a causa dell’invasione ucraina, «ha inciso con tutta la sua forza sulla condizione reddituale di famiglie, individui e imprese sociali, sempre più costrette a ricorrere al sostegno al reddito attraverso l’accensione di prestiti per fare fronte alle spese vive quotidiane, in proporzione inversa rispetto ai sostegni statali, comunque e purtroppo insufficienti per tutti». Ecco perché il tema della riabilitazione creditizia rischia di diventare sempre più centrale nella società italiana. Intanto Crc Milano si sta concentrando sulle convenzioni con aziende e associazioni di categoria perché, come sottolinea Nimis, «tante imprese hanno capito che mettere il proprio dipendente nelle condizioni di essere finanziabile è un vantaggio anche per loro. Così il dipendente è più sereno anche sul posto di lavoro ». (riproduzione riservata)

Fonte: di dott. Marcello Bussi – Milano Finanza, Sabato 28 Maggio 2022 – Numero 104

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